Ponte Regio: Un nome che ha davvero una lunga storia da raccontare… Una storia affascinante cominciata tanti anni fa e racontata con dovizia di particolari dallo storico padre francescano, Salvatore Piatti, nel libro “Pergine, un viaggio nella sua storia”. La Fersina, oltre alle frequenti innondazioni, fu sempre fonte di preoccupazione per un altro motivo: la spesa dei ponti stessi. Da quando la strada della Valsugana divenne una “via imperiale”, cioè una stada internazionale alla quale erano interessati gli stati imperiali al nord del Brennero, i paesi attraverso i quali passava la strada erano coinvolti nella manutenzione. Le discussioni tra i vari comuni (non sono cose solo recenti) portarono a non poche controverse giudiziarie e fu deciso legalmente a quale comunità della Giurisdizione era tenuta a conservare agibili i singoli tratti di strada e a ripararli in caso di necessità. La spesa più grossa per la manutenzione riguardava la conservazione e manutenzione del ponte, perché la Fersina, fino all’Ottocento, non aveva argini stabili e sicuri. Per questo motivo il primo ponte costruito era molto lungo, assai instabile e costruito in legno: Inoltre anche quando resisteva alle alluvioni, era estremamente fragile. Oggetto quindi di continui costi e contrasti tra coloro che dovevano sostenerli. Ci fu però un’ occasione nella quale i perginesi si misero d’accordo e raccolsero in gran fretta il denaro necessario per ultimare il ponte della Fersina. Il fatto starordinario, quasi miracoloso, si verificò nel 1785. L’autorità di Trento stava progettando una nuova strada imperiale che da Trento, doveva passare per Vigolo Vattaro, scendere a Caldonazzo e proseguire per la Valsugana, ma i Perginesi di tutta la Giurisdizione si impegnarono con tutti i mezzi per impedirla perché temevano di essere danneggiati. E quindi ultimarono a tempo di record i lavori del ponte sulla Fersina della strada imperiale e raccolsero il denaro necesario per pagarlo.
Da allora la successiva costruzione deI due ponti: prima quello in ferro, detto anche “Pont de fer” per arrivare all’attuale ponte Regio.